OMEOPATIA UNICISTA

 

La terapia omeopatica unicista consiste nella somministrazione di un unico rimedio omeopatico; non dunque tanti rimedi per altrettanti sintomi, ma un unico rimedio a copertura dei vari sintomi fisici e psichici.

Il rimedio unico che l’omeopata prescrive viene ricercato con una prima visita lunga e approfondita e poi verificato nelle visite successive di controllo, a distanza di uno o più mesi.

Ciò che il medico omeopata deve individuare nel colloquio con il paziente è la similitudine tra i sintomi psicofisici del paziente e le proprietà curative del rimedio omeopatico; l’insieme delle caratteristiche del soggetto devono corrispondere alle caratteristiche del rimedio.

La legge della similitudine per cui il “simile cura il simile” è il principio alla base della cura omeopatica unicista e permette un intervento curativo integrale, comprensivo della sfera fisica e psichica del disturbo.

Il rimedio unico, cercato e prescritto in base alla legge della similitudine, agisce sulle componenti fisiche e psichiche coinvolte nello stato di malessere o malattia della persona e per questo la medicina omeopatica è per eccellenza una terapia “psicosomatica”.

Sempre più la medicina riconosce e accetta la natura fisica e psichica della malattia.

Certamente non tutto è psicosomatico, ma molti stati di malessere e di malattia cronica, in particolare le forme che non rispondono alle cure d’organo specifiche, devono essere affrontate con una cura che valuti la complessità della situazione fisica, mentale, psichica, emotiva, ambientale, nutrizionale del soggetto e con un rimedio che possa rispettare le caratteristiche del soggetto in tutte le sue risorse, debolezze, mancanze e tendenze a somatizzare fino ad ammalarsi.

Oltre il sintomo.

Il rimedio omeopatico lavora in modo delicato e sinergico sulla sfera psichica e fisica del soggetto permettendo un dialogo e uno scambio energetico tra queste parti di noi che non sono separate, ma coabitano intimamente unite nel corpo.

Le emozioni, i sentimenti, le idee e le convinzioni abitano il corpo e i suoi organi.

È esperienza comune come un periodo di tensione, o di disagio fino al conflitto, non resti relegato alla mente e al pensiero ma venga progressivamente vissuto e scaricato nel corpo e/o sul corpo.  A tal punto il corpo partecipa della nostra vita emotiva che molto spesso è proprio il corpo a darci i segnali chiari e rivelatori di ciò che stiamo vivendo e di ciò che ci sta succedendo a livello psichico.

Alla complessità del genere umano non si può pensare di rispondere solamente con una terapia sintomatica che annulli temporaneamente lo stato di malessere fisico e/o psichico.

Il disturbo che ritorna, che non viene curato dai farmaci in modo definitivo, semplice e senza effetti collaterali, è quello che deve mettere in allarme il soggetto sul fatto che qualcosa non va, che qualcosa non sta corrispondendo tra il corpo nella sua unità psico-fisica, l’ambiente e le cure intraprese.

È il problema che si ripete che invita l’essere umano a prendere in considerazione la sua condizione globale e a muoversi alla ricerca di una terapia che permetta che ogni parte di sé sia soccorsa e presa in considerazione.

Lettera del Dr. Samuel Hahnemann ad un suo paziente

Esiste un modo per cercare di vivere serenamente?

(Una lettera del Dr. Samuel Hahnemann ad un suo paziente)

Samuel HahnemannForse, quantomeno bisogna provarci!

Questa lettera fu inviata da Hahnemann ad un suo paziente, sarto di professione, residente nella città di Gotha (Turingia, Germania), che sarebbe morto molto più tardi alla veneranda età – anche per i nostri tempi – di 91 anni. La lettera, del 1799, intessuta su una trama di saggia e sottile ironia, contiene consigli ancora utili per noi che viviamo in un periodo così pieno di stress e di falsi bisogni.

“Mio Caro Sig. X,

è vero che sto per andare ad Amburgo, ma ciò non deve preoccuparla. Se non le pesa spendere i pochi soldi che le costerà inviarmi una lettera, potrà ancora usufruire dei miei consigli quando sarò laggiù. Per l’indirizzo le basterà semplicemente scrivere sulla busta il mio nome e, al di sotto, “Amburgo”: la lettera mi troverà.

Per ora, devo affermare che lei è veramente sulla via della guarigione e che le principali fonti della sua malattia sono state eliminate. Tutte tranne una, che ancora persiste ed è la causa delle sue ricadute.

La delicata macchina umana non è stata costruita per essere sottoposta ad un superlavoro: l’uomo non può strapazzare la sua energia e le sue capacità senza pagar pegno. Sia che lo faccia per ambizione, sia per amore di guadagno o per qualsiasi altro motivo degno di lode o di biasimo, l’uomo finisce per mettersi in opposizione all’ordine naturale ed il suo fisico finirà per subirne danni o addirittura la distruzione. Peggio ancora se il fisico si trova già in condizioni di debolezza. Si ricordi: ciò che non riesce a fare in una settimana, può tranquillamente farlo in due.

Se i suoi clienti non vogliono aspettare, neppure possono candidamente pretendere che lei si ammali per far loro piacere e lavori così intensamente da finire sotto terra, lasciando sua moglie vedova e i suoi figli orfani. Non è soltanto l’estenuante sforzo fisico che la danneggia quanto, maggiormente, la concomitante tensione mentale che, a sua volta, finisce per compromettere la tenuta fisica in un vero circolo vizioso.

Se non assumerà un atteggiamento d’imperturbabilità, adottando il principio di vivere dapprima per se stesso e poi per gli altri, allora ci sarà ben poca speranza che lei guarisca. Quando lei sarà nella tomba, stia sicuro che gli uomini se ne andranno lo stesso in giro vestiti, magari non con così tanta eleganza, ma, in ogni caso, sufficientemente bene.

Se si è saggi si può godere di buona salute ed arrivare a vivere fino a tarda età. Se qualcosa la infastidisce o la turba, non ci presti attenzione; se qualcosa è troppo per lei scelga di non averci niente a che fare; se qualcuno la incalza, le sta addosso, la vuol fare troppo sgobbare, rallenti e se la rida di questi matti che vorrebbero renderla infelice. Faccia solo quello che riesce a fare agevolmente senza sforzarsi eccessivamente; per quello che non è in grado di fare, beh, non se la prenda più di tanto.

Le nostre condizioni finanziarie terrene non sono incrementate dal sovraccaricarci di lavoro. Si finisce allora per spendere proporzionalmente di più e, alla fine dei conti, non si è guadagnato nulla. Parsimonia, limitazione del superfluo (due cose che il gran lavoratore spesso non sa fare), ci mettono in condizione di vivere con maggiore comfort – in altre parole, in maniera più razionale, più intelligente, più in armonia con la natura, più allegramente, più serenamente, più in salute. Così si vive in maniera più degna di lode, più saggia, più prudente, piuttosto che lavorare ad un ritmo mozzafiato, senza un attimo di respiro, con tutto il nostro sistema nervoso costantemente sotto tensione fino ad arrivare alla distruzione dei tesori più preziosi nella vita: un umore tranquillo e felice ed una buona salute.

Sia, dunque, più prudente, consideri se stesso per primo, lasci che qualsiasi altra cosa abbia per lei un’importanza secondaria. Qualora altri dovessero azzardarsi a sostenere che, per onore, siete obbligato a fare di più di quanto è giusto per le vostre facoltà mentali e fisiche, anche allora, per amor di Dio, non consentite a voi stesso di essere pressato a fare ciò che è contrario al vostro benessere. Siate sordo alle lusinghe, alle lodi che corrompono, restate freddo e calmo e continuate per la vostra strada con tranquillità, come deve fare un uomo assennato. Vivere felice con serenità d’animo e di corpo: per questo l’uomo è al mondo, e lavorare solamente quel tanto che gli assicuri i mezzi per vivere con gioia – certamente non per logorarsi e stroncarsi per il lavoro.

Il continuo spingere e sforzarsi dei ciechi mortali allo scopo di guadagnare sempre di più, di procurarsi questa o quell’onorificenza, di fare un favore a questo o quel grande personaggio, tutto ciò è fatale al nostro benessere ed è causa frequente d’invecchiamento precoce e di morte prematura per i giovani.

L’uomo tranquillo, sereno, imperturbabile, che lascia placidamente scivolar via le cose, raggiunge ugualmente il suo scopo, vive più serenamente ed in buona salute, ed arriva bene alla vecchiaia. Un uomo così, che vive sereno e senza fretta, s’illumina per un’idea giusta e propizia, frutto di una seria ed originale riflessione, che fornirà ai suoi affari terreni un impulso più redditizio di quanto possa mai aver prodotto un uomo sovreccitato, che non riesce mai a trovare il tempo per riordinare le idee. Per vincere una corsa, la velocità non è la sola qualità richiesta.

Si sforzi di conseguire un po’ d’imperturbabilità, di calma ed, allora, lei sarà quello che le auguro di essere. Allora vedrà cose meravigliose; si renderà conto di quanto si sentirà davvero in buona salute dando retta ai miei consigli. Allora il sangue scorrerà nelle arterie senza sforzo né ostacoli, né ci saranno crisi ipertensive. Nessun sogno orribile disturba il sonno di chi si mette a letto per riposarsi senza avere i nervi tesi come una corda di violino. L’uomo libero dalle preoccupazioni si sveglia al mattino senza ansia per tutte le molteplici occupazioni che deve affrontare durante la giornata. Di cosa si preoccupa? La gioia di vivere lo interessa più di qualsiasi altra cosa. Con rinnovato vigore attende alla sua moderata attività lavorativa e, durante i pasti, nessun accesso passionale, nessuna preoccupazione, nessun’ansia, proprio nulla gli impedirà di apprezzare e godersi il cibo che il benefico Preservatore della Vita gli ha messo davanti.

E così, un giorno dopo l’altro in tranquilla successione, fino al giorno in cui, in tarda età, arriverà al termine di una vita ben spesa: allora riposerà serenamente in un altro mondo così come serenamente ha vissuto in questo. Non è tutto ciò più razionale e saggio? Lasci che gli uomini irrequieti, autodistruttivi, agiscano in modo tanto irragionevole quanto dannoso verso se stessi così come gli va; lasci che si comportino da folli. Ma lei sia saggio! Non faccia che abbia inutilmente predicato su ciò che è saggio nella vita. Le mie intenzioni sono buone.

Addio, segua i miei consigli e, quando tutto sarà andato bene, si ricordi di me.

Dr. Samuel Hahnemann

P. S. – Quand’anche le dovessero rimanere in tasca solamente pochi soldi, continui ad essere allegro e felice. La Provvidenza vigila su di noi, e un fortunato cambiamento rimetterà tutto a posto di nuovo. Di quanto abbiamo bisogno per vivere? di quanto cibo e bevande per rimetterci in sesto, di quanto per ripararci dal freddo e dal caldo? Molto meno che di un po’ di coraggio: quando l’abbiamo riusciamo a procurarci il minimo indispensabile senza molta fatica. Il saggio ha bisogno di ben poco. La forza di cui si fa saggio uso non ha bisogno di essere reintegrata dalle medicine.

Lettera dei Medici Omeopati ai Cittadini

IL MEDICO OMEOPATA E LA LIBERTA’ DI SCELTA OMEOPATICA DEL CITTADINO

Gentile Signora/Signore,

ci rivolgiamo a Lei perché sentiamo il dovere di difendere la professionalità del medico omeopata e la libertà di scelta terapeutica del Cittadino che si rivolge alla medicina omeopatica.

La preghiamo pertanto di dedicare pochi minuti di attenzione a quanto segue, che riporta peraltro la posizione della F.I.A.M.O – Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati sulle problematiche legate all’esercizio della medicina omeopatica.


Da qualche tempo i mezzi di informazione radiotelevisivi e la carta stampata stanno diffondendo notizie che squalificano la figura professionale del medico omeopata e l’efficacia della terapia omeopatica ed offendono la dignità, l’intelligenza e la legittima aspettativa di cura e guarigione dei Cittadini che scelgono di curarsi omeopaticamente.

Reputiamo molto importante ed utile informarLa del fatto che:

– La medicina omeopatica è il secondo sistema medico più diffuso nel mondo e attualmente più di 400.000 medici omeopati prescrivono medicinali omeopatici a più di 500 milioni di Cittadini;

l’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità ha contatti con le più prestigiose Organizzazioni Internazionali di medicina omeopatica (L.M.H.I Liga Medicorum Homeopatica Internationalis – E.C.H European Committee for Homoeopathy) e ha pubblicato documenti ufficiali sulla sicurezza dei medicinali omeopatici e ne promuove l’impiego nel documento sulla strategia 2014-2023 riguardo alle “medicine tradizionali”;

Farmacopee Omeopatiche Ufficiali esistono e sono riconosciute dai Governi in Francia, Germania, Svizzera, USA, Brasile, Messico, India;

– in tutti i più grandi Paesi di riconosciuta tradizione e importanza medico scientifica (Russia, Inghilterra, Svizzera, Germania, Francia, Spagna, India, Messico, USA e i Paesi dell’ex URSS e del Medio ed Estremo Oriente) l’Omeopatia è stata riconosciuta come cura efficace e utilizzabile in numerose affezioni e molti medici qualificati la utilizzano nella loro pratica clinica;

– in molti Paesi del mondo (Germania, Inghilterra, India, etc) esistono Ospedali e Cliniche dove si pratica la medicina omeopatica, in quanto tale oppure in integrazione con la medicina convenzionale allopatica.

– nel 1997 il Parlamento Europeo, prendendo atto della diffusione delle medicine non convenzionali, ha approvato la Risoluzione n. 75, del 29 maggio 1997 in cui si evidenzia la necessità di “garantire ai cittadini la più ampia libertà possibile di scelta terapeutica, assicurando loro anche il più elevato livello di sicurezza e l’informazione più corretta sull’innocuità, la qualità, l’efficacia di tali medicine”;

-nel 1999 il Consiglio d’Europa ha ribadito questo concetto con un’altra Risoluzione, la n. 1206 del 4 novembre 1999, invitando gli Stati membri a svolgere un’attività di regolamentazione per le medicine non convenzionali in modo da poterle inserire a pieno titolo nei servizi sanitari nazionali;

-nel 2006 per la prima volta le medicine non convenzionali sono state incluse nel “Settimo programma quadro per lo sviluppo e la ricerca 2007-2013”, approvato dal Parlamento Europeo;

– nel 2016 è stata pubblicata una Norma Europea, la UNI/EN 16872 che definisce le prestazioni offerte dai medici con competenza aggiuntiva in Omeopatia;

– in Svizzera nel 2011, in un referendum nazionale, il 67% dei cittadini ha votato a favore del reintegro dell’Omeopatia e di altre medicine non convenzionali all’interno del Sistema Sanitario Nazionale;

in Svizzera dal 2017 l’Omeopatia è stata riconosciuta giuridicamente e accademicamente alla pari delle altre discipline mediche convenzionali;

– nel 2017 la BPI (Farmindustria Tedesca), a seguito di un’indagine socio-economica appositamente commissionata, ha ufficialmente dichiarato che “L’Omeopatia è un sistema di cure efficace anche come terapia di prima scelta”;

– in Germania e in Svizzera le compagnie assicurative coprono le spese mediche omeopatiche;

– in Europa esercitano 50.000 medici omeopati e circa 130 milioni sono i Cittadini che utilizzano l’Omeopatia;

in Italia la medicina omeopatica è stata riconosciuta come atto medico nel 2002 dalla FNOMCEO – Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri e gli Ordini Provinciali dei Medici di molte Province Italiane hanno istituito Registri di medici esperti in Omeopatia;

l’esercizio dell’Omeopatia in Italia è riservato ai soli medici, veterinari, odontoiatri e farmacisti nell’ambito della propria area professionale, a massima garanzia per il Cittadino;

l’articolo 15 del Codice di Deontologia Medica recita: “il medico può prescrivere e adottare, sotto la sua diretta responsabilità, sistemi e metodi di prevenzione, diagnosi e cura non convenzionali (tra le quali è inclusa la medicina omeopatica) nel rispetto del decoro e della dignità della professione”;

nel febbraio 2013 la Conferenza Stato Regioni ha deliberato le norme per la formazione professionale per la Fitoterapia, l’Agopuntura e l’Omeopatia e sancito l’obbligo per le Regioni di certificare gli istituti di formazione e per gli Ordini dei medici provinciali, che non l’abbiano già fatto, di istituire registri dei medici “esperti” nelle tre discipline;

– il Ministero della Salute ha inserito la medicina omeopatica nel programma di aggiornamento (Formazione Continua in Medicina) per medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti. Le Scuole di Medicina Omeopatica del Dipartimento F.I.A.M.O. hanno rilasciato fino ad oggi più di 2000 Crediti Formativi;

– l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) sottopone regolarmente i Laboratori Omeopatici al controllo di fabbricazione del medicinale omeopatico e ne garantisce la qualità. Il “prodotto” omeopatico è stato definito “medicinale” (ne è stato riconosciuto cioè lo scopo terapeutico) fin dal 1992 dalla direttiva europea del 22 settembre, recepita del tutto, dopo vari passaggi normativi, il 30 giugno 2017 dallo Stato italiano. In conseguenza di ciò, alla scadenza del processo registrazione in corso presso l’AIFA, ciascun medicinale omeopatico avrà una A.I.C. (Autorizzazione all’Immissione in Commercio) come tutti i farmaci convenzionali;

migliaia di Farmacie distribuiscono il medicinale omeopatico su tutto il territorio nazionale.

Validazione scientifica dell’Omeopatia

Da sempre il pensiero scientifico si nutre del confronto dialettico e rifugge dai dogmatismi;

– da quando si è sviluppata l’Omeopatia, in più di duecento anni di storia, il pensiero accademico ufficiale ha criticato sempre la sua metodologia, ma a dispetto dei tanti attacchi subìti, la struttura concettuale e pratica del metodo omeopatico non è stata demolita e l’Omeopatia ha continuato comunque a diffondersi;

– negli ultimi anni sono stati condotti e pubblicati su autorevoli riviste biomediche numerosi lavori scientifici di ricerca clinica e di base che hanno dimostrato l’efficacia clinica e sperimentale della Medicina Omeopatica sia nell’uomo che nell’animale;

– i medicinali omeopatici sia a basse diluizioni che ad alte diluizioni agiscono sugli organismi viventi (uomo, animale, vegetale) e questa azione del medicinale omeopatico non sembrerebbe legata ad un effetto di suggestione. Infatti, a supporto di questi risultati, si possono citare gli effetti curativi sui lattanti, sugli animali, sulle piante e le modifiche di test di laboratorio in biochimica, botanica e batteriologia.

I risultati di queste osservazioni portano a supporre con ampio margine di certezza che l’Omeopatia non agisca come un placebo, perché i lattanti, gli animali, le piante e i processi biochimici non sono influenzabili soggettivamente e che il medicinale omeopatico non possa assolutamente essere considerato inattivo e privo di azione terapeutica;

– per la scienza attuale uno dei principali ostacoli all’accettazione dell’Omeopatia è il problema delle alte diluizioni dei medicinali omeopatici, che portano all’assenza di molecole della sostanza originale. L’acqua e l’alcool di composizione biochimica definita potrebbero essere in grado di codificare informazioni biologiche. I fisici teorici sembrano più a loro agio di fronte a idee simili, rispetto ai chimici e ai farmacologi. Sono state segnalate modificazioni da risonanza magnetica nucleare nelle diluizioni omeopatiche e, se tali osservazioni saranno riproducibili, potrebbero aprire nuovi territori di ricerca. Altri ricercatori stanno studiando la possibilità di modificazione elettromagnetiche, ma al momento sono attese nuove evidenze;

– per il momento i test fondamentali restano clinici: attualmente si contano migliaia di lavori pubblicati nelle riviste medico-scientifiche internazionali più qualificate. Pertanto, l’affermazione secondo cui “non esistono evidenze a favore dell’Omeopatia” risulta poco sostenibile;

– un problema difficile da risolvere nella ricerca clinica sperimentale è la applicazione stretta e rigorosa del principio della individualità del malato: ogni malato necessita di un suo specifico rimedio e pertanto nella raccolta dei casi risolti omeopaticamente non è facile evidenziare il rapporto tra il singolo rimedio e la malattia diagnosticata; il medicinale non è prescritto infatti in base ai segni e ai sintomi della malattia, ma in base ai sintomi peculiari e caratteristici del malato e per la stessa malattia si possono utilizzare diversi rimedi;

l’Omeopatia è nata come scienza in quanto basata sul metodo scientifico galileiano che prevede tre tappe fondamentali: osservazione del fenomeno, ipotesi sulla realizzazione del fenomeno, sperimentazione e riproduzione di quest’ultimo. Queste tre tappe fondamentali sono interamente rispettate dalla scienza omeopatica codificata dal dr. Samuel Hahnemann fondatore dell’Omeopatia;

notizie più approfondite sulla validazione dell’Omeopatia sono reperibili presso il sito web della F.I.A.M.O. .

Considerazioni e proposte di natura etica, sociale e politica

  • Non è accettabile la critica se non addirittura l’offesa fatta ai tantissimi Cittadini che si rivolgono all’Omeopatia affermando che sia una falsa scienza, che i medici omeopati prescrivano rimedi inefficaci e che i Cittadini in cura omeopatica siano ingenui creduloni;
  • colui che denigra la medicina omeopatica, soprattutto se uomo di scienza, non dovrebbe rifiutarla ostinatamente ma al contrario dovrebbe mettersi in una posizione diversa e cercare, libero da pregiudizi, di comprendere perché un fatto (l’utilizzazione così diffusa dell’Omeopatia) accade, impegnandosi a scoprirne le ragioni oggettive;
  • gli organi di informazione nel loro ruolo istituzionale, dovrebbero affrontare argomenti riguardanti la salute e la cura dei malati con uno spirito critico costruttivo e non a senso unico (come è successo in tutte le recenti esternazioni dei mass media), ma soprattutto con il rispetto delle professionalità dei medici omeopati e della libera e consapevole scelta del Cittadino che patisce una malattia;
  • l’utilizzo da parte di milioni di Cittadini del medicinale omeopatico, acquistato a proprie spese, comporta un enorme risparmio per le casse dello Stato perché diminuisce notevolmente le spese che il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe sostenere per la cura delle malattie e che invece è sostenuta esclusivamente dai Cittadini che utilizzano l’Omeopatia;
  • ad un attento osservatore non può sfuggire che la critica alla medicina omeopatica ed alle medicine non convenzionali in genere si è fatta sempre più frequente dal momento in cui queste ultime hanno avuto un grande sviluppo determinando un inaspettato aumento dell’utilizzo di medicinali omeopatici.

In conclusione: la presenza storica plurisecolare, l’estensione geografica planetaria della medicina omeopatica, le guarigioni cliniche basate sull’applicazione di una metodologia rigorosamente codificata, la scelta di esercitare la professione di omeopata fatta da centinaia di migliaia di medici nel mondo, rappresentano una realtà concreta che non può essere ignorata e che promuove progressivamente l’integrazione della Medicina Omeopatica nella medicina accademica.

Questo è l’ambìto obiettivo della Medicina Omeopatica e, al tempo stesso, la speranza di quanti (medici, scienziati, cittadini) ad essa si rivolgono con interesse e fiducia.

Ci auguriamo di aver contribuito a darLe una maggiore conoscenza delle basi sulle quali viene esercitata la professione di medico omeopata, pienamente consapevole delle possibilità e dei limiti insiti in ogni scienza ed arte medica e delle motivazioni per cui debba essere rispettata la Sua libertà di scelta terapeutica nel momento in cui si rivolge all’Omeopatia.

Aprile 2018

Omeopatia, omeopata, Dott.ssa Miram Malfatti.

Dott.ssa Miriam Malfatti, dietologa, omeopata, psicoterapeuta, psicoanalista, il suo studio si trova a Milano.